Arriva lo stop al Puppy Yoga con i cuccioli: potranno essere coinvolti solo cani adulti. A dirlo il Ministero della Salute

In meno di un anno il Puppy Yoga è diventato una vera e propria moda in alcune città d’Italia. Si tratta di una disciplina dolce che prevede l’utilizzo dei cuccioli come compagnia. Le persone che decidono di partecipare alle lezioni avranno poi la possibilità di acquistare questi cuccioli o meno. Di recente però questo tipo di sedute hanno fatto storcere il naso agli animalisti per svariati motivi. Prima di tutto l’utilizzo di cagnolini davvero troppo piccoli e poi le condizioni in cui questi cuccioli stavano. Spesso non potevano bere proprio perché, essendo ancora cuccioli, si rischiava poi che facessero pipì ovunque. Ma da questo momento la pratica di Puppy Yoga ha ricevuto l’attenzione anche del Ministero della Salute che, con una nota, ha dato uno stop a questo tipo di lezioni: niente più cuccioli, ma solo cani adulti.

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Sedute di Puppy Yoga – foto Instagram @puppyyogaofficial

La nota del Ministero della Salute sul Puppy Yoga

Gli animali coinvolti nel Puppy Yoga dovranno essere esclusivamente essere “soggetti adulti, condizione necessaria a tutelare la salute e il benessere degli animali” – così si legge nella nota del 29 aprile diramata dal Ministero della Salute a firma di Giovanni Leonardi, Capo Dipartimento One Health.

“Tale attività si configura come un intervento con finalità ludico-ricreative e di socializzazione volto al miglioramento della qualità di vita e al benessere della persona, rientrando quindi nell’ambito delle Attività Assistite con gli Animali” – si legge sempre nella nota, sottolineando che il tipo di disciplina è assolutamente condivisibile. Ma l’utilizzo dei cuccioli non rientra nell’accordo.

Questa disciplina è diventata una vera moda

In pochissimo tempo il Puppy Yoga ha destato la curiosità e l’attenzione di tantissime persone che, anche solo per prova, hanno prenotato una lezione. E vedersi circondati da questi cuccioli deve essere davvero bellissimo, peccato però che spesso si trattava di cani davvero troppo piccoli.

Anche i mezzi di informazione hanno cominciato ad interessarsi di questa pratica, come un famoso servizio di Striscia la Notizia che è andato proprio a vedere come veniva gestita la situazione. E chi teneva questi corsi non ne è uscito proprio benissimo.

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